Prosegue la storia di questo paziente che dopo una emorragia cerebrale ritorna a camminare scalzo
Questo paziente era stato colpito da Ictus ed era affetto dalla paralisi spastica dell’arto inferiore destro. L’anca e il ginocchio erano flessi ed il piede era equino, varo e supinato. Il calcagno era sollevato dal suolo. La deambulazione era impossibile senza assistenza.
Abbiamo visto il paziente quando ha iniziato a portare le scarpe da ginnastica per avere una maggiore stabilità del piede operato.
Il paziente deambula ora a piedi nudi. Si ha un’impressione di maggiore stabilità dell’incedere e di una maggiore autonomia.
La visione anteriore mostra che la pianta del piede è appoggiata al suolo e la punta del piede non cade verso il pavimento. Il piede non è più equino.
La visione posteriore mostra che il calcagno è appoggiata al suolo. Viene ripristinato il corretto funzionamento dei recettori del piede: muscoli, tendini, articolazioni, legamenti funzionano meglio.
I nervi periferici raccolgono ora gli impulsi elettrici che originano dai recettori e li convogliano al midollo spinale. L’energia elettrica presente nel sistema nervoso centrale trasporta gli impulsi periferici a livello dell’encefalo.
L’intervento correttivo sul piede consente in definitiva di ripristinare il contatto più appropriato con il suolo e con l’ambiente esterno (sistema propriocettivo). Il flusso elettrico che arriva alla corteccia cerebrale, rigenera contatti elettrici e meccanismi riflessi che l’emorragia cerebrale aveva danneggiato.
La correzione del piede elimina la mostruosa “molla di Codivilla”, ripara il funzionamento del sistema nervoso centrale, ricostruisce il sistema cognitivo e restituisce l’autonomia personale.