La comunicazione scientifica presentata a Settembre 2019 alla riunione della Società Americana degli Ortopedici del Piede e della Caviglia conferma che c’è differenza tra la via d’accesso anteriore e la via d’accesso laterale con il taglio del perone. La durata della protesi dipende dal rispetto della anatomia e della biomeccanica articolare. La scelta dell’impianto deve poter garantire la stabilità articolare.
La protesi di caviglia è un intervento piuttosto complesso nel contesto della specialità ortopedica. Il successo dell’intervento è legato alla preparazione e all’esperienza del chirurgo.
Le condizioni cliniche della caviglia da operare vanno studiate molto bene per evitare complicazioni. Fattori molto importanti sono la osteoporosi, le deformità scheletriche, la presenza di placche e viti che condizionano il buon esito dell’intervento. Occorre decidere quando tenerle e quando è opportuno toglierle. L’accesso anteriore è il più naturale ed “ecologico”.
Quando consideriamo l’accesso laterale con la rottura del perone e ci troviamo di fronte ad una caviglia che ha impiegato molti mesi per arrivare alla consolidazione dei malleoli (oppure del pilone tibiale) appare veramente problematico rompere nuovamente il perone per impiantare la protesi.
E che dopo bisogna mettere una placca e delle viti per ricomporre tutto. E ancora dopo occorre mettere un gesso che deve immobilizzare la caviglia appena operata per un mese. La verità è che bisogna dire che le protesi di caviglia non sono tutte uguali. La scelta della protesi da impiantare si sta rivelando un fattore che può decidere come va l’intervento. Abbiamo più volte illustrato la necessità di preservare la integrità dei malleoli (specialmente del malleolo peroneale) per ottenere la stabilità della protesi di caviglia.
Nel mese di Settembre 2019 il dottor Oliver Gagnè che opera a Montreal (British Columbia – Canada) ha presentato insieme ai suoi Colleghi, una comunicazione in cui dimostra che l’accesso laterale con il taglio del perone è la causa di problemi in una caviglia che si presenta all’intervento già con molti problemi.
Riportiamo la sintesi della ricerca del dottor Oliver Gagnè che mette in luce problemi quali una maggiore incidenza di infezioni e la maggiore incidenza della necessità di successivi re-interventi a seguito di protesi con accesso laterale e taglio del perone.
Titolo della comunicazione Laterale vs. anteriore: uno studio pilota di una coorte (insieme omogeneo di pazienti) con valutazione dei PRO ( e dei CONTRO) e tassi di reintervento.
Dott. Oliver Gagnè e Coll. (Orthopedic Surgery Resident at University of British Colombia Montreal, Quebec, Canada) Presentato al Meeting Annuale della Società Americana Ortopedici Piede & caviglia Chicago,Sept. 12-15, 2019.
<LO STUDIO PRESENTATO ANALIZZA UN INSIEME CASI DI ARTROSI E DI ARTRITE ANALOGHI PER GRAVITA’ CHE SONO STATI ESAMINATI CON VALUTAZIONE A PUNTEGGIO DOPO L’INTERVENTO DI PROTESI DI CAVIGLIA PER VIA ANTERIORE E PER VIA LATERALE>
Nel corso della riunione della Associazione dei Chirurgi del Piede e della Caviglia degli U.S.A. (AOFAS American Orthopedic Foot & Ankle Society) sono stati presentati i primi risultati della protesi di caviglia con accesso laterale rispetto alla protesi di caviglia con accesso anteriore. I dati raccolti hanno mostrato che i pazienti sottoposti all’approccio laterale avevano un rischio maggiore di infezione profonda che richiedeva il reintervento. Le valutazioni sullo stato di benessere, di dolore e di percezioneindividuale del risultato chirurgico sono state eseguite con il sistema a punti SF-36.
Le risposte al test SF-36 dei pazienti operati con l’accesso laterale hanno mostrato punteggi inferiori 1 anno dopo l’intervento chirurgico. I dati clinici sulla gravità della artrosi della caviglia non ha mostrato sono state differenze significative. I due gruppi sono apparso omogenei per quanto riguarda i punteggi di funzionalità di osteoartrosi della caviglia e di artrite della caviglia. In questo studio pilota prospettico, Gagnè e i suoi Colleghi hanno identificato 64 pazienti operati di protesi di caviglia. Gli investigatori hanno documentato i dati demografici dei pazienti, i punteggi basali e le misure postoperatorie tra cui il punteggio dell’osteoartrosi della caviglia, il punteggio dell’artrite della caviglia e il punteggio SF-36 (clinico, funzionale, soggettivo). Hanno segnalato e codificato eventuali reinterventi in un apposito database locale. L’approccio chirurgico è stato determinato da ciascun chirurgo chirurgo. Ci sono state 27 protesi di caviglia per via anteriore e 37 protesi della caviglia per via laterale. Gli investigatori hanno notato che i pazienti sottoposti a protesi totale laterale della caviglia presentavano uno stadio più elevato di artrite di tipo COFAS, tempi intraoperatori più lunghi e procedure aggiuntive. Negli otto pazienti sottoposti a reintervento, sette erano stati sottoposti a un approccio laterale e un paziente a un approccio anteriore. Tra i pazienti che hanno subito l’approccio laterale, ci sono stati tre debridements chirurgici per infezione profonda e complicanze della ferita, due debridements della caviglia / ossificazione eterotopica (HO) e due rimozioni laterali dell’hardware.
Nei pazienti sottoposti all’approccio anteriore, c’era un debridement cavità caviglia I risultati di questo importante studio pilota, hanno mostrato che, a distanza di un anno i pazienti sottoposti a protesi di caviglia con accesso anteriore avevano punteggi superiori nelle valutazioni a punti che riguardavano gli aspetti clinici. I punteggi della via d’accesso anteriore risultavano più elevati sia nella componente dell’esame obbiettivo che nelle valutazioni di benessere mentale individuale SF-36, rispetto ai pazienti che avevano una sostituzione totale della caviglia con accesso laterale. Gli investigatori hanno notato che questo è statisticamente significativo e maggiore della minima differenza clinicamente importante. “I risultati riportati dal paziente non sono statisticamente diversi al basale, 6 mesi e 1 anno”, ha dichiarato Oliver Gagné, MD, durante la sua presentazione all’American Orthopedic Foot & Ankle Society. “Abbiamo sicuramente bisogno di una dimensione del campione maggiore per ottenere più evidenza. Dobbiamo stratificare i pazienti per quanto riguarda la gravità della artrosi secondo i criteri COFAS [Canadian Orthopaedic Foot and Ankle Society], così come l’impatto delle procedure aggiuntive all’interno della protesi di caviglia eseguita per via laterale. ” Tuttavia, i due gruppi presentavano punteggi simili nella gravità della osteoartrosi della caviglia e dell’artrite della caviglia dopo l’intervento.
Il dottor Oliver Gagnè ha dichiarato: “Abbiamo sicuramente bisogno di una dimensione del campione più grande per ottenere più potenza statistica. Dobbiamo stratificare i pazienti per quanto riguarda la loro gravità nello stadio COFAS [Canadian Orthopaedic Foot and Ankle Society], così come l’incidenza delle procedure aggiuntive all’interno dei caisi di protesi di caviglia”.
CHICAGO September 18, 2019 Lateral vs. anterior: A prospective cohort pilot study of PROs and reoperation rates. Gagné O, et al. (Orthopedic Surgery Resident at University of British Colombia Montreal, Quebec, Canada)
Presented at: American Orthopaedic Foot & Ankle Society Annual Meeting Chicago, Sept. 12-15, 2019. Early results of lateral total ankle replacement compared with anterior total ankle replacement showed patients who underwent the lateral approach had a greater risk of deep infection requiring reoperation and inferior SF-36 scores 1 year after surgery. However, there were no significant differences between the groups regarding ankle osteoarthritis and ankle arthritis scores. In a prospective pilot study, Gagne and colleagues identified 64 total ankle replacements. Investigators documented patient demographics, baseline scores and postoperative measures including the ankle osteoarthritis score, the ankle arthritis score and the SF-36 score. They reported and coded any reoperations in a local database.
The surgical approach was determined by the surgeon. There were 27 anterior total ankle replacements and 37 lateral total ankle replacements. Investigators noted patients who underwent lateral total ankle replacements had a higher stage of COFAS-type arthritis, longer intraoperative times and adjunct procedures. Results showed patients who underwent total ankle replacement compared with those who had lateral total ankle replacement had superior SF-36 physical and mental component scores at 1 year. Investigators noted this was statistically significant and greater than the minimal clinically important difference. However, the two groups had similar ankle osteoarthritis scores and ankle arthritis scores postoperatively. There were eight patients who had a reoperation, of which seven patients underwent a lateral approach and one patient underwent an anterior approach. Among patients who underwent the lateral approach, there were three surgical debridements for deep infection and wound complications, two ankle gutter/ heterotopic ossification (HO) debridements and two lateral hardware removals.
In patients who underwent the anterior approach, there was one ankle gutter/HO debridement. “The patient-reported outcomes are statistically not different at the baseline, 6 months and 1 year,” Oliver Gagné, MD, said during his presentation at the American Orthopaedic Foot & Ankle Society Annual Meeting. “We definitely need a larger sample size to get more power. We need to stratify patients as far as their severity in the [Canadian Orthopaedic Foot and Ankle Society] COFAS stage, as well as their adjunct procedure within the total ankle [replacement].”
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Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti.
I trattamenti per cui è specializzato sono:
Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton
Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA.
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