Muovi subito la tua protesi di caviglia. Non aspettare un mese dopo il gesso. Non aspettare quindici giorni per la rimozione dei punti. Le aderenze, le retrazioni cicatriziali e la rigidità non aspettano! Se vuoi prevenire la rigidità articolare, muovi subito la protesi di caviglia.
Che cosa succede al termine dell’intervento di protesi di caviglia?
Al termine dell’intervento di PROTESI la caviglia operata deve muoversi come la caviglia sana. Appena uscito dalla sala operatoria al paziente viene mostrato il movimento che la caviglia deve fare. I familiari del paziente o il personale della struttura aiutano il paziente a muovere la caviglia operata.
Il movimento deve proseguire anche dopo la dimissione?
La caviglia deve essere mossa dall’esterno. I familiari o il fisioterapista addetto continuano ad aiutare il paziente a muovere la caviglia operata. Il paziente può muovere in maniera autonoma la caviglia con l’ausilio di una cintura.
Qualche minuto prima di iniziare l’esercizio di movimento della caviglia si consiglia di prendere alcune gocce di antidolorifico (prescritto alla dimissione). La terapia analgesica si deve sempre effettuare rimanendo in contatto con il proprio medico. Occorre anche prendere il gastroprotettore. La caviglia deve essere mossa quattro o cinque volte al giorno. Ogni sessione dura 15 – 20 minuti. La caviglia deve arrivare a 90 gradi e poi anche superare i 90 gradi. La posizione di estensione va mantenuta per due – tre minuti e poi si lascia riposare la caviglia per 1 minuto.
Quando inizia la deambulazione?
La deambulazione può iniziare il giorno dopo l’intervento. Il paziente si alza e si reca autonomamente al bagno o a fare colazione appoggiando il piede operato con l’ausilio delle stampelle o del deambulatore per mantenere l’equilibrio e per attenuare il dolore. Dopo la dembulazione si torna a letto o sul divano. Occorre tenere l’arto operato più alto del torace. Si consiglia di porre il rialzo sotto il materasso. Si deve evitare quanto più possibile la posizione seduta. La calza elastica va tenuta in permanenza. Si deve applicare la borsa di ghiaccio più volte al giorno. Queste accortezze si osservano per i primi tre mesi.
E’ più importante la mobilizzazione o la deambulazione?
Viene richiesto al paziente di evitare di muovere attivamente la caviglia troppo spesso. All’interno della articolazione appena ricostruita ci sono dei punti di sutura, che non devono essere strappati dai tendini che si muovono.
Il primo mese si privilegia la mobilizzazione passiva alla deambulazione perché l’obbiettivo è quello di evitare che si formino aderenze fibrose all’interno e intorno alla nuova articolazione. Si deve evitare che si formi una cicatrice retraente a livello della incisione chirurgica.
Che cosa accade nel secondo mese?
Il secondo mese viene dedicato alla riabilitazione della deambulazione per rimuovere i difetti dello schema corporeo che si erano innestati prima dell’intervento. La dembulazione in piscina è un esercizio molto utile. Occorre ricordare che prima dell’intervento oltre alla la caviglia che era bloccata e dolorosa anche il ginocchio non poteva muoversi in maniera regolare. In realtà tutto l’arto inferiore risente delle limitazioni articolari della caviglia. Perfino l’anca viene sacrificata dall’alterato appoggio al suolo da parte della caviglia malata. E’ di fondamentale importanza che il fisioterapista mobilizzi la caviglia operata per farla arrivare allo stesso movimento di quella sana. Si può tornare a condurre l’automobile.
Con la via d’accesso anteriore è possibile muovere subito e appoggiare precocemente la caviglia operata?
La via di accesso anteriore consente l’impianto della protesi di caviglia senza disturbare la stabilità articolare. L’intervento per via anteriore asporta l’articolazione malata e la infiammazione artrosica. Non viene viene staccato il perone come accade quando viene usata la incisione laterale. Per questo motivo con la via d’accesso anteriore è possibile muovere subito e appoggiare precocemente la caviglia operata.
Quali sono le caratteristiche della via d’accesso laterale?
Viene tagliato il perone per esporre la caviglia dal lato esterno. Vengono tagliati i legamenti laterali. Viene demolito il ponte osseo della sindesmosi che si forma dopo la frattura. Occorre sottolineare che il distacco del perone deve essere fissato con placca e viti al termine dell’intervento. Per questo motivo la caviglia non si può muovere e viene confezionato uno stivaletto gessato. L’osteotomia del perone impiega un mese per consolidare. La distruzione del ponte osseo tra tibia e perone a livello della sindesmosi ed il taglio dei legamenti laterali possono talvolta comportare una instabilità.
Che cosa accade nel terzo mese?
Il paziente lascia gradualmente le stampelle. Si può tornare ad eseguire il proprio lavoro e condurre una vita normale. Nel primo anno post-operatorio si dovrebbe evitare la deambulazione su terreni sconnessi, sui ciottoli e sulla sabbia. Si dovrebbero privilegiare pavimenti con le superfici liscie e regolari. La radiografia di controllo si esegue dopo un mese, dopo tre mesi, dopo sei mesi e dopo un anno.
Contatta Il Dott. Scala
Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:
Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton
Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA.
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