Godere di piedi in buona salute significa garantirsi dei movimenti fluidi, l’assenza di dolore legata all’appoggio, agilità di movimento, sia nella camminata che in attività fisiche più importanti. Ovviamente l’intero apparato locomotore non deve avere disturbi di alcun genere per consentire ai piedi di fornirci il giusto supporto e contemporaneamente l’agilità del movimento.
Dieci voluminosi e potenti muscoli che stanno nella gamba sono all’origine del movimento del piede. La forza muscolare viene trasferita al piede mediante i tendini che fanno compiere i movimenti di flessione, estensione, eversione, inversione, pronazione e supinazione. Le ossa e le articolazioni del piede sono strettamente tenute insieme da capsule e legamenti.
I piedi svolgono dunque una funzione di primaria importanza, consentendoci di stare in posizione eretta e di muoversi con equilibrio e coordinazione. La flessibilità del piede e la grande capacità di adattarsi ad ogni tipo di suolo è una delle caratteristiche che distingue l’essere umano dagli altri mammiferi bipedi.
Le patologie che colpiscono il piede possono essere più o meno gravi, e possono inficiare in modo più o meno importante la normale funzionalità. Nei casi più gravi parliamo di deformazione, che sia congenita o acquisita.
Il piede perde completamente la normale conformazione del piede, con conseguenze molto pesanti a carico della deambulazione, e anche in termini di dolore.
Il piede equino può manifestarsi per cause congenite, ma anche per cause neurologiche e post-traumatiche.
Una delle malformazioni più conosciute tra quelle congenite è quella del piede equino: il calcagno è sollevato dal suolo e la punta del piede tende ad essere rivolta verso il basso. Il paziente che ne soffre non poggia a terra tutto il piede, ma solo la punta. La torsione del piede verso l’interno porta la persona ad appoggiare la parte esterna del piede. Questa particolare conformazione, dove si evidenzia un sollevamento del tallone con la zona posteriore della pianta non allineata con gambe e ginocchia, si riflette negativamente sull’intero assetto scheletrico, contribuendo all’insorgere di problematiche spesso piuttosto gravi.
Non son note le cause scatenanti della deformazione congenita, nonostante la grande quantità di ricerche scientifiche in merito, oggi è opinione diffusa ritenerla di carattere genetico. Quando il calcagno è sollevato e il piede appoggia in punta a causa della retrazione dei muscoli del polpaccio il piede equino si definisce diretto.
La foto mostra il caso di un piede equino diretto paralitico. Si vede che i muscoli del polpaccio sono ipotrofici e hanno causato la retrazione del tendine d’Achille. Il calcagno non tocca il suolo. Le dita del piede sono rattrappite per colpa della paralisi.
La foto mostra lo stesso caso di piede equino diretto paralitico. Si vede che i muscoli del polpaccio sono ipotrofici e hanno causato la retrazione del t. d’Achille. Il calcagno non tocca il suolo.
La visione posteriore mostra lo stesso caso di piede equino diretto paralitico. Si vede che i muscoli del polpaccio sono ipotrofici e hanno causato la retrazione del t. d’Achille. Il calcagno non tocca il suolo.
Riconoscere lo specifico tipo di piede equino
Il piede equino varo si palesa allorquando alla retrazione dei muscoli del polpaccio si aggiunge la debolezza dei muscoli del lato esterno della gamba al confronto di quelli presenti all’interno di essa. In altre parole, secondo la esperienza del dottor Andrea Scala, occorre studiare e comprendere le condizioni di sbilanciamento di forza dei muscoli della gamba investiti dalla malformazione.
Il piede equino secondario dipende da malattie neurologiche. Occorre individuare le cause come la paralisi cerebrale infantile, che dà luogo ad una andatura pareto-spastica. Il piede equino secondario si presenta nei casi di spina bifida, una malformazione in cui le parti che costituiscono la parte terminale del midollo spinale non sono completamente chiuse. Il tratto sacrale della colonna vertebrale è coinvolto dalla deformità.
Quali sono i sintomi del piede equino?
Il piede equino congenito o connatale è una dismorfia visibile fin dal concepimento e dunque diagnosticabile con ecografia già nelle prime settimane di vita dell’embrione. Una persona che soffre di piede equino ne soffre dunque sin dalla nascita. Di solito il tendine di Achille è molto accorciato, solitamente anche i tendini interni del piede sono corti: in pratica il piede appare meno lungo e più largo rispetto ad un piede normale.
Poiché dunque la patologia è presente sin dalla nascita, si può partire subito con un’analisi approfondita del piede per capire la tipologia specifica di piede equino, per poi provvedere alla correzione della malformazione strutturando un percorso terapeutico mirato.
La causa congenita più comune del piede equino è la presenza del piede torto congenito, una patologia che richiede un trattamento intensivo già nel primo anno di vita, ovvero prima che il bambino inizi a camminare.
Nel caso di PTC POSTURALE in cui il piede (o i piedi) equino è dovuto ad una scorretta posizione del piede del feto durante la gravidanza, si interviene tempestivamente subito dopo la nascita con manipolazioni.
In alcuni casi di piede torto congenito correggibile (PTC FLESSIBILE), il chirurgo ortopedico struttura un programma con interventi chirurgici associati ad immobilizzazione in gesso che accompagnano il bambino nei primi mesi dello sviluppo ( metodo Ponseti, Iowa City, U.S.A.). Gli apparecchi gessati (in media parliamo di sei gessature) riescono a correggere la malformazione dei piedini fino al primo anno di età e fino al momento in cui il bambino comincerà a camminare.
Viene quindi creato un vero e proprio ciclo dove ogni gesso viene tenuto per una settimana, in modo tale che articolazioni e legamenti si adattino alla nuova posizione.
Nei casi in cui risulti impossibile correggere con manipolazioni e gessi il piede torto congenito (PTC RIGIDO), si interverrà con operazione chirurgica correttiva precoce, prima che il bambino inizi a camminare.
Il piede torto congenito può arrivare alla nostra osservazione non trattato in età adolescenziale o adulta, oppure trattato in modo insoddisfacente o incompleto oppure recidivato. In questi casi occorre programmare importanti interventi chirurgici correttivi definitivi. In questo caso, il piede è completamente girato verso l’interno, la muscolatura del polpaccio è ipotrofica. Il paziente non riesce a camminare.
La foto dello stesso caso di piede torto mostra il calcagno deviato verso l’interno. La muscolatura del polpaccio è ipotrofica.
In tutti i casi, la sintomatologia del piede equino è molto dolorosa: talvolta possono essere presenti anche ulcerazioni nella parte laterale e anteriore del piede, che sono le più soggette a sollecitazioni e quelle che maggiormente in conflitto con le calzature.
Proprio per questo è importante che il medico scopra quanto prima le cause, giacché non è affatto semplice strutturare un programma terapeutico che riveli la sua efficacia non solo nel breve termine, ma anche e soprattutto nel lungo termine.
Il chirurgo ortopedico dovrà capire in primis se dovrà intervenire solo su tendini e muscoli (tessuti molli) oppure anche su caviglia e ossa del piede.
Indicazioni per un intervento realmente efficace per il piede equino
Per un intervento realmente efficace è sempre opportuno che siano coinvolti più professionisti, per avere una visione onnicomprensiva che non tralasci nessun aspetto e nessuna implicazione. Più precisamente, di solito vengono coinvolti un neurologo, un fisiatra, un podologo e un chirurgo. Il neurologo analizzerà la natura della malattia, per poi fornire la terapia medica farmacologica più adeguata. Il fisiatra valuterà mobilità e funzionalità di piede e caviglia, allo scopo di preservarne l’integrità attraverso mezzi fisici e mobilizzazione. Il podologo provvederà all’ortesi delle deformazioni attuando le dovute correzioni. Infine in chirurgo, alla luce di tutti gli altri interventi, valuterà la necessità di correzione scheletrica e strutturale del piede paralitico, laddove non siano stati ancora prodotti risultati soddisfacenti e definitivi. Al fine di restituire al piede stabilità e mobilità, il chirurgo ortopedico potrà intervenire sui tessuti molli con transfer tendinei, per cui vengono trasferiti tendini sani al posto dei tendini malfunzionanti, o con allungamenti tendinei.
Nel caso di correzioni scheletriche, si potrà optare per osteotomie, artrodesi.
Nei casi in cui si valuta l’impianto della protesi di caviglia occorre ricordare la assoluta necessità della funzionalità del Tibiale Anteriore e del tendine d’Achille.
Con la riabilitazione, da effettuare in seguito all’intervento chirurgico, il piede verrà rieducato ad un normale appoggio plantare, conducendolo progressivamente ad una stabilizzazione e normalizzazione della mobilità.
Contatta Il Dott. Scala
Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:
Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton
Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.
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