Il neuroma di Morton o altresì detto neuroma interdigitale, è stato descritto dal medico Thomas G. Morton, da cui ne prende il nome, nel 1876, come un “aumento di volume del nervo sensitivo interdigitale”. In realtà risulta dagli annali che il medico italiano Civinini aveva già scoperto un ingrossamento del nervo interdigitale del piede.
Il neuroma di Morton si presenta comunemente tra il terzo e il quarto spazio intermetatarsale. E’ provocato da un complesso di patologie che colpiscono la biforcazione del nervo plantare che che in quel punto si divide nei nervi interdigitali. Il neuroma consiste in un aumento di volume del nervo periferico che interessa il nervo interdigitale causato dalla infiammazione in risposta a molteplici stimoli irritativi cronici.
Le cause di insorgenza del Morton sono le seguenti:
– METATARSALGIA La scuola francese di ortopedia mette il neuroma di Morton nel capitolo della METATARSALGIA. Secondo questo orientamento professionale molto importante tutte le metatarsalgie di qualsiasi forma e natura costituiscono la malattia vera e propria, che va studiata, compresa e approfondita.
– PATOLOGIA BIOMECCANICA Le cinque ossa metatarsali si dispongono nello spazio disegnando una regolare parabola, evidente nella RXgrafia. Nella norma il 1° metatarsale ha la stessa lunghezza del 2° metatarsale. Nei casi in cui la lunghezza del 1° metatarsale sia più breve oppure più lungo si crea un malfunzionamento e la infiammazione delle metatarso-falangee.
All’interno dello squilibrio biomeccanico dovuto alla METATARSALGIA si può verificare, come sintomo collaterale, il neuroma di Morton. La alterazione anatomica di 1° metatarso breve è la causa più comune e di più immediata comprensione della metatarsalgia. Il neuroma può insorgere nel corso della infiammazione dovuta alla metatarsalgia.
– BORSITE. Tra le teste metatarsali e tra le capsule articolari delle metatarso-falangee si trova normalmente una borsa sinoviale. La borsa sinoviale normalmente non è evidente ed è asintomatica.
Quando il paziente soffre per una infiammazione cronica di natura metabolica, reumatica, da alterata biomeccanica la borsa sierosa si infiamma e diventa borsite. Il nervo digitale passa tra le teste metatarsali infiammate e accanto alla borsite ed è inevitabile che venga coinvolto nella infiammazione dando origine al neuroma di Morton.
– LEGAMENTO INTERMETATARSALE. Le teste metatarsali sono collegate da un robusto legamento che impedisce che le teste metatarsali sino esageratamente aperte “a ventaglio”. Il nervo deve passare accanto a questo robusto legamento. In particolari circostanze il nervo viene compresso dal LEGAMENTO INTERMETATARSALE e si sviluppa il neuroma di Morton.
Il patologico rigonfiamento del nervo è costituito dall’ispessimento della guaina che protegge il nervo come la guaina del filo elettrico: perinervio. La sede specifica è a livello della biforcazione tra pianta del piede e il terzo e quarto dito del piede.
L’infiammazione porta alla crescita di tessuto fibroso intorno alla sottile membrana che avvolge, a protezione, il nervo e causarne l’ispessimento subito prima della sua biforcazione alla radice delle dita. Il nervo così ispessito trasmette impulsi dolorosi generando una tipica sensazione come di “scossa elettrica” tra le dita.
Un ruolo sicuramente rilevante invece lo hanno patologie come l’alluce valgo, l’alluce rigido, la metatarsalgia, le dita “en griffe” e le dita “a martello”. Le classiche alterazioni della normale morfologia del piede quali piede piatto e piede cavo, che possono, a causa di uno squilibrio dei carichi, portare a manifestare sintomi simili e confondibili con il Neuroma di Morton.
I sintomi del morbo di Morton sono piuttosto riconoscibili: è un dolore tipo “scossa elettrica” legato al nervo che si manifesta con sensazioni di bruciore all’altezza dell’avampiede e in particolare tra 3° e 4° dito. Quando la sintomatologia non si attenua e diviene intollerabile la paziente richiede l’intervento chirurgico. Nei casi di METATARSALGIA dovuta ad eccessiva lunghezza dei metatarsali centrali non si procede all’intervento di reallineamento delle ossa metatarsali nelle paziente in giovane età. In assenza di deformità “a martello” delle dita,ci si astiene dall’eseguire questo intervento. In giovane età si procede alla asportazione del neuroma.
Come si diagnostica il neuroma di Morton?
La prima cosa da fare è far descrivere al paziente in modo molto accurato i sintomi riportati poiché clinicamente non sono molti i test a disposizione per fare questo tipo di diagnosi. Il piede in questi casi si presenza senza particolari alterazioni, mentre effettuando il test di Mulder è avvertibile un classico “clic”. Gli esami strumentali sui quali ci possiamo basare sono: l’ecografia, la risonanza magnetica e la classica radiografia eseguita in carico.
Si tratta di esami che in realtà non sono del tutto affidabili nella diagnosi del neuroma di Morton in quanto possono fornire un alto numero di falsi positivi.
Occorre sempre ricercare la presenza di metatarsalgia.
Ecco perché in caso di alluce valgo, alluce rigido o deformità del piede, è importante richiedere una radiografia in carico per studiare meglio il piede.
Infatti nel caso di patologie concomitanti, i sintomi sono in realtà spesso causati non solo e non tanto da un inspessimento del nervo, ma da una metatarsalgia da sovraccarico legata all’alterazione della fase propulsiva del passo causata dalla deformità dell’alluce.
I trattamenti non chirurgici
I primi trattamenti sono di natura non chirurgica e risultano semplici. Possono comprendere uno o più dei seguenti rimedi: la variazione delle calzature – Evitare tacchi alti e scarpe strette in modo da ridurre la pressione sul nervo, facilitando la guarigione. Le ortesi plantari ovvero l’utilizzo di plantari personalizzati può alleviare l’irritazione.
Questi trattamenti si sono dimostrati abbastanza efficaci nelle fasi iniziali della patologia mentre sono insufficienti negli stadi più avanzati.
Alcuni medici praticano infiltrazioni di farmaci steroidei combinate con anestetici locali. Le infiltrazioni di farmaci steroidei sono ripetibili solo in modo limitato in quanto possono portare ad atrofia del cuscinetto di grasso plantare, scolorimento della pelle nel sito di iniezione, o rottura delle capsule articolari metatarso-falangee con deviazione delle dita adiacenti.
Le infiltrazioni non sono una vera cura perché fnon orniscono una risoluzione a lungo termine dei sintomi.
Un’altra procedura offerta come alternativa all’intervento chirurgico è la sclero-alcolizzazione.
Si tratta di una procedura eseguita sotto guida ecografica che prevede l’inserimento di un ago nello spazio interdigitale o, più comunemente tra il terzo e il quarto dito, attraverso il quale si inietta una miscela costituita da anestetico e fenolo.
Nonostante questa tecnica sia utilizzata tutt’ora per la facile esecuzione e per il semplice e veloce recupero da parte del paziente, non sono riportati nella letteratura medica risultati scientifici di provata efficacia. Anzi il neuroma rimane al suo posto e sono stati descritti casi di infezione della sede dell’infiltrazione, perché l’ecografia non sempre è una pratica sterile.
L’intervento chirurgico per il neuroma di Morton
Attualmente in caso di neuroma di Morton sintomatico e correttamente diagnosticato, la reale terapia è l’intervento chirurgico di asportazione della porzione del nervo interessata: neurectomia. Nei casi più favorevoli il chirurgo (munito di speciali lenti di ingrandimento) riesce a liberare il nervo dalle aderenze limitando in questo modo il danno a carico del nervo.
L’asportazione della porzione del nervo sensitivo a livello interdigitale può portare ad alterazioni di tipo sensitivo che talvolta possono risultare fastidiose nel primi mesi dopo l’intervento.
La parte insensibile si riduce nel tempo perché la regione interessata è ricca di ramificazioni terminali dei nervi. I numerosi nervi circostanti sopperiscono al deficit del nervo asportato.
L’intervento, solitamente è eseguito in regime di Day Hospital, permette un rapido recupero e una deambulazione immediata. La rimozione dei punti avviene dopo circa 15 giorni dall’intervento. A distanza di un mese e mezzo dall’intervento il paziente può tornare ad indossare normali e più appaganti calzature.
Dott. Andrea Scala e footsurgery
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Il Dottor Andrea Scala è specialista in Medicina dello Sport, Traumatologia e Ortopedia e cura delle patologie del piede e della caviglia, dal 1984 il Dott. Andrea Scala è un vero e proprio punto di riferimento nel campo della chirurgia ortopedica di alta qualità.
Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche micro-invasive, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti.
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Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:
Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton
Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.