Uno dei traumi più comuni negli sport e nella attività ricreative è la distorsione della caviglia. Si stima che solo in Italia ne avvengano circa 5000 al giorno e la categoria più colpita da questo infortunio sono gli atleti in una percentuale di circa il 40%.

Le distorsioni, da non confondere con quelle che vengono definiti nel gergo comune “storte” di entità passeggera, sono traumi complessi che possono coinvolgere diverse strutture e tessuti articolari in modo più o meno severo.

Solitamente le lesioni si concentrano principalmente a livello dei legamenti, ma nei casi più gravi possono arrivare a coinvolgere anche il tessuto nervoso e quello muscolo-tendineo.

La distorsione alla caviglia è tanto comune quanto vari sono i livelli di gravità che può assumere. Per questo, è molto importante che venga effettuata un’accurata diagnosi per stabilire la terapia da intraprendere e per decretare i tempi di recupero. Accelerarli significherebbe infatti rischiare di creare instabilità articolare e dunque aumentare le probabilità di recidive o dolori cronici per il paziente.

Lesione e fattori di rischio della Distorsione della Caviglia

Come anticipato, la situazione più comune in cui si verifica una distorsione della caviglia è la pratica sportiva. Ci sono alcuni sport che mettono più a rischio l’articolazione:

  • Quelli che prevedono movimenti repentini e/o uno scontro con gli avversari come la pallavolo, il tennis, il calcio, il rugby la pallacanestro
  • Quelli che prevedono di correre e/o saltare, come l’atletica, la ginnastica artistica e la danza.
  • Quelli che contemplano il rischio di cadute e movimenti più articolati come l’arrampicata

Tuttavia, la distorsione di caviglia può capitare anche nelle attività quotidiane come, dunque mentre si cammina, mentre si scendono le scale, mentre si corre per non perdere l’autobus, o ancora per appoggiare il piede per fermarsi con la bicicletta o lo scooter.

Distorsione della Caviglia

Altri fattori che aumentano la probabilità di una distorsione di caviglia sono di tipo soggettivo, ovvero legati alle caratteristiche dell’articolazione della persona e anche alla sua capacità di visualizzare mentalmente la posizione di una parte del corpo nello spazio. Un’elevata mobilità della caviglia, di norma associata a una certa lassità legamentosa, e una ridotta capacità di controllare (in modo automatico) posizione e movimento della caviglia e del piede aumentano notevolmente il rischio di andare incontro a storte e distorsioni.

Sintomi della Distorsione della Caviglia

I sintomi di una distorsione alla caviglia possono variare molto a secondo della gravità. Nei casi più lievi, i pazienti lamentano appena una leggera tumefazione a livello del malleolo.

In quelli più seri, invece, si presenta un dolore acuto improvviso, accompagnato dal graduale sviluppo di gonfiore e, talvolta, di un ematoma ben circoscritti. In genere, subito dopo il trauma, queste manifestazioni sono localizzate in sede malleolare e centrale, mentre nelle 24 ore successive possono estendersi nella regione frontale del piede, fino alle dita.

Distorsione della Caviglia

Inoltre, il paziente può lamentare dolore al tatto e nel movimento della caviglia, che dunque sarà limitato; anche l’appoggio del piede a terra e il suo carico risulterà dolente.

Diagnosi di una Distorsione della Caviglia

È molto importante effettuare una diagnosi accurata del danno subìto dal paziente, poiché intervenire nel modo giusto è l’unico modo di minimizzare il rischio che le articolazioni si indeboliscano e diventino instabili e che di conseguenza favoriscano la ricomparsa di incidenti analoghi in futuro.

Subito dopo il trauma, gli aspetti da valutare per avere un’idea della gravità della lesione articolare occorsa comprendono:

  1. la dinamica e le circostanze dell’incidente;
  2. l’aspetto, la dolorabilità e la mobilità/possibilità di carico dell’articolazione interessata;
  3. la storia clinica individuale e, in particolare, la raccolta di informazioni su eventuali traumi precedenti a carico della stessa articolazione

È pur vero però, che è complesso e spesso azzardato fare una valutazione clinica soddisfacente nei momenti subito successivi all’incidente. Infatti, la presenza di gonfiore e dell’ematoma impedisce anche agli strumenti di diagnostica come la Risonanza Magnetica di dare informazioni chiare riguardo allo stato dei tessuti della caviglia. Solo nei casi in cui si sospetta in modo ragionevole una possibile frattura ossea sarà necessario eseguire una Radiografia.

Per questo motivo, nel caso in cui si ipotizzi un danno più serio, sarà necessario per il medico effettuare un secondo controllo a distanza di 4-5 giorni dal trauma. Se in questa sede si constaterà una probabile rottura dei legamenti e verrà decretata la necessità di intervenire chirurgicamente, allora verrà prescritta una Risonanza Magnetica da effettuare comunque ad almeno 10 giorni dall’incidente.

Nei casi in cui le immagini della RM risultino poco chiare e il chirurgo ortopedico voglia avere una visuale migliore della zona da trattare, potrebbe essere necessario effettuare una TAC.

Distorsione della Caviglia: dopo quanto camminare (tempi di recupero)

Terapia conservativa

Per la maggioranza dei casi, oggi, si tende ad effettuare una terapia di tipo conservativo ed evitare l’intervento chirurgico nei casi ritenuti meno gravi.

L’approccio che viene consigliato nella fase immediatamente successiva al danno è quello riassumibile nella sigla RICE:

  • Rest, ovvero riposo; si consiglia di non sforzare la parte lesa né muovendola né caricandoci il peso del corpo
  • Ice, applicazione di ghiaccio sulla parte dolorante, per almeno 15-20 minuti, tre volte al giorno
  • Compression, è necessario comprimere la parte senza però alterare la circolazione sanguigna
  • Elevation, sollevamento della parte traumatizzata

Contemporaneamente a questa procedura, è possibile avviare l’assunzione di Farmaci antinfiammatori non steroidei, per bocca o sotto forma di creme o gel da applicare sulla pelle. I FANS contrastano sia il dolore che l’infiammazione sopraggiunta e possono essere assunti per i successivi 4-5 giorni dall’incidente.

Se la gravità del danno è di media gravità, oltre alla terapia farmacologica è consigliabile affidarsi alla professionalità di un fisioterapista per effettuare una terapia riabilitativa in cui verranno effettuati esercizi con la finalità di:

  • Recuperare la propriocettività (capacità di visualizzare mentalmente la posizione di una parte del corpo nello spazio)
  • Recuperare la forza
  • Prevenire delle recidive

I tempi di recupero in questi casi, vanno in media dalle 4 alle 6 settimane per le distorsioni di una certa importanza, ma anche fino a 12 per i traumi più severi.  

Intervento Chirurgico per la Distorsione della Caviglia

L’intervento chirurgico è preso in considerazione quando il paziente riferisce instabilità e distorsioni continue, che indicano una lesione legamentosa significativa, oppure nel caso in cui sia avvenuta una frattura ossea.
Nel caso delle lesioni ai legamenti della caviglia, le operazioni sono ormai mini-invasive e sono volta a restituire stabilità alla caviglia e ad evitare recidive.

Nel caso di interventi sulle ossa, invece, è spesso necessario eseguire osteotomie volte a ripristinare il corretto asse gamba-piede ed evitare aree di sovraccarico. In questi pazienti diventa quindi indispensabile l’intervento di ricostruzione biologica della lesione cartilaginea da associare al riallineamento scheletrico.

In questi casi, i tempi di recupero del paziente si dilatano, poiché sarà necessario applicargli uno stivaletto gessato su cui non potrà poggiare peso. La ripresa della normale funzionalità della caviglia avverrà nei 2-3 mesi successivi grazie ad una corretta fisioterapia, mentre per l’attività sportiva il paziente dovrà attendere almeno 4-5 mesi dall’intervento.

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chirurgia protesi caviglia

Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti.
I trattamenti per cui è specializzato sono:
Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton
Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA.
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