Ci sono situazioni in cui una persona può subire importanti danni agli arti inferiori – oltre a quelli superiori – a causa di un danno neurologico. La gravità di queste lesioni dipende, ovviamente, dal grado di importanza della malattia o dalla causa che ha scatenato questo danno. Certo è che ci sono dei casi in cui la mobilità degli arti inferiori è molto compromessa e questa è tale da impedire i normali movimenti, magari anche il più semplice degli spostamenti. In questo caso, in medicina, si parla di piede paralitico, ovvero una patologia in cui i movimenti sono talmente alterati che il piede non è più in grado di sorreggere il peso del corpo e muoversi, quindi, con naturalezza. Chi soffre di questa malattia va incontro ad anomalie importanti, come il piede equino paralitico. Il dott.Andrea Scala ha negli anni operato molti pazienti affetti da piede paralitico, che dopo l’intervento chirurgico hanno potuto riprendere in mano la propria vita, grazie ad evidenti miglioramenti. In che modo? Tramite un’operazione chirurgica mirata, che permette alle persone a cui è stato diagnosticato il piede paralitico di riprendere la vita quotidiana. Un’operazione che va affiancata ad attività di fisioterapia al fine di migliorare i movimenti e renderli sempre più naturali e spontanei. In questo articolo andiamo a vedere come si fa una diagnosi di piede paralitico e come si può intervenire con successo.
Piede paralitico: definizioni e cause
Quando si parla di piede paralitico le cause di questa malattia vengono solitamente collegate a patologie neurologiche. La gravità della situazione varia non solo in base alla sede del sistema nervoso che è stato coinvolto a causa del trauma, ma anche da quei gruppi muscolari che hanno subito conseguenze per una sorta di blackout generato dalla malattia neurologica.
Le patologie neurologiche vengono divise tra malattie del primo motoneurone e malattie del secondo motoneurone. In particolare, chi è affetto da malattie del primo motoneurone può essere colpito da paralisi cerebrale, ictus o ischemia e il piede paralitico può essere conseguenza di una di queste patologie. Tra le altre cause si possono trovare anche traumi cranio-encefalici o lesioni al midollo spinale che provocano spasticità muscolare e, quindi, forti contrazioni muscolari che si possono associare anche a paresi o a paralisi dei muscoli.
Chi è colpito da malattie del secondo motoneurone, invece, ha affrontato malattie come la poliomielite, la mielodisplasia oppure, ancora, lesioni nervose periferiche. I pazienti non solo notano una perdita di riflessi ma anche una diminuzione del tono muscolare. In questo senso il piede è impossibilitato a compiere i propri movimenti. C’è chi soffre di paresi e chi della malattia di Charcot-Marie Tooth, ovvero una neuropatia di carattere ereditario in cui i muscoli delle gambe si atrofizzano e si indeboliscono sempre di più.
Essendo quindi le cause del piede paralitico diverse, il medico ortopedico deve fare accertamenti e approfondimenti al fine di trovare la cura giusta per ogni paziente.
Il piede paralitico e la diagnosi
Quando il medico incontra il paziente per la prima volta deve tenere conto di diversi fattori al fine di fare una diagnosi corretta. Tra questi fattori c’è da considerare certamente l’estensione della lesione, le zone colpite e il modo in cui queste parti – in particolare del piede – sono state lesionate.
Si capisce, quindi, quanto è importante affidarsi a medici specialisti per non perdere inutilmente tempo ed affrontare quanto prima la malattia.
Malattie neurologiche e piede paralitico
Spesso ci sono diverse malattie neurologiche alla base della patologia di piede paralitico. Quando un soggetto è coinvolto da un episodio neurologico solitamente va incontro ad un’invalidità dell’arto. La gravità può essere più o meno importante, ma di sicuro questa malattia lo porterà a forti ripercussioni sui movimenti e all’assenza, ad esempio, di quegli stimoli necessari per camminare.
Difficoltà o impossibilità di appoggiare il piede a terra, di rispondere adeguatamente agli stimoli, mancanza di forza per stare in piedi e di stabilità sono solo alcune delle conseguenze più note di queste patologie. Si tratta di malattie che invalidano i movimenti e li limitano, impedendo lo svolgersi delle normali e più banali attività quotidiane.
Nei casi più gravi, poi, i soggetti possono mostrare problemi di sensibilità che vanno anche oltre al piede e, in certi casi, anche oltre alla caviglia. Questo significa che queste persone non riescono a rispondere adeguatamente agli stimoli esterni subendo, quindi, forti limitazioni ai movimenti.
Curare il piede paralitico: l’operazione è la soluzione
Dopo le attente analisi di uno specialista della cura del piede paralitico il paziente può trovare una soluzione adeguata al proprio problema e ritrovare serenità e mobilità. C’è, infatti, un modo per curare con efficacia questa malattia e quindi ripartire con i movimenti, trovare la stabilità e la mobilità perduta. Stiamo parlando dell’operazione chirurgica che, grazie a tecniche sempre più innovative e mirate, permette al soggetto di riprendere in mano la propria vita. Il dottor Andrea Scala è uno dei medici chirurgo più all’avanguardia ed aggiornato rispetto a queste pratiche. L’operazione andrà associata ad una mirata terapia medica e ogni specialista metterà in campo le proprie competenze per valutare miglioramenti o correzioni da effettuare, oppure la terapia migliore da far seguire dopo l’operazione per far sì che il paziente mantenga la mobilità del piede e della caviglia.
Ovviamente, se possibile, è sempre meglio effettuare un intervento in tempi brevi, ovvero subito dopo un’eventuale paralisi o un altro disturbo neurologico importante. Questo permetterà al paziente di abituarsi di nuovo – e il prima possibile – alla corretta deambulazione, oltre che ad un appoggio graduale del piede.
Per vedere il caso di un paziente affetto da piede paralitico post ictus, trattato dal dott. Andrea Scala clicca sul link. https://youtu.be/hy2vO_GV2iE
Il Dott. Andrea Scala, ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti.
I trattamenti per cui è specializzato sono:
- Protesi caviglia
- Piede paralitico
- Malattia di Haglund
- Alluce valgo
- Legamenti della caviglia
- Alluce rigido
- Piede piatto
- Neuroma di Morton
Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA.
Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.
Dott. Andrea Scala
Specialista del piede e della caviglia
Specialista in Medicina dello Sport
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Via Cesare Ferrero di Cambiano, 29 – 00191 ROMA
tel +39 335 766 2164