Dopo essere sopravvissuti all’ictus e avendo il Piede Equino dopo una emorragia cerebrale, bisogna abbandonare la speranza di tornare a camminare?
Questo paziente ha subito una grave emorragia cerebrale (Ictus). I vasi sanguigni che irrorano il cervello, si sono rotti e il sangue ha inondato la testa. Molto spesso questa condizione è mortale.
Coloro che sopravvivono all’Ictus vivono una situazione penosamente differente da quella che vivevano prima. I sentimenti che affiorano nel paziente sono: il rifiuto, la paura, l’apprensione e l’incertezza sulla vita futura.
In questi casi il primo dovere del Team Medico-Riabilitativo è spiegare che ci sono tre livelli di coinvolgimento dell’organismo: fisico, emotivo e cognitivo.
All’interno del Team il Chirurgo Ortopedico si propone obiettivi molto importanti: ripristinare il controllo e l’indipendenza del paziente.
Il Chirurgo Ortopedico deve far comprendere al paziente e ai familiari che l’emorragia cerebrale danneggia gravemente l’apparato muscolare e articolare. La debolezza di alcuni muscoli (Paresi) contrasta con la contrattura di altri (Spasticità). Si hanno pesanti conseguenze su equilibrio e deambulazione.
La deambulazione di questo paziente è emblematica: l’anca sinistra è flessa, il ginocchio è flesso, la punta del piede è orientata verso il suolo. Si notano le contratture spastiche che impediscono l’appoggio della pianta del piede al suolo.
Il paziente deve essere sostenuto in ogni spostamento ed assistito ed aiutato per ogni sua necessità personale. È privo di intimità e di privacy. Vive nel terrore di cadere ad ogni passo. Si trova in questa condizione da cinque anni ed è già stato in tre diversi Centri di Riabilitazione.
Fare tutto il possibile per restituire la dignità e l’indipendenza a quest’uomo.
Aggiornamento
Stiamo monitorando la situazione in continua evoluzione di questo paziente.
Ora, a distanza di un pò di tempo, possiamo fornirvi delle nuove immagini che documentano i progressi raggiunti.
Guarda l’autonomia acquistata da questo paziente dopo l’intervento.
Dott.le e il migliore buon lavoro