La protesi di Caviglia Ecologica. Tagliare il ponte osseo tra Tibia e Perone? No, Grazie!
Dopo le fratture la natura costruisce un ponte osseo che collega la tibia al perone. Il ponte osseo formato dalla natura serve a dare stabilità alla caviglia artrosica. Non distruggiamo ciò che la natura ha costruito. Vogliamo la protesi di caviglia ecologica.
Che cosa è la sindesmosi tibio-peroneale?
La tibia, il perone e l’astragalo formano l’articolazione della caviglia (tibio-tarsica). Le tre ossa sono tenute strettamente insieme da robusti LEGAMENTI, come dimostra il testo di anatomia normale.Nella tibia c’è un profondo solco in cui si alloggia il malleolo peroneale. E’ la sindesmosi tibio-peroneale. La stabilità della sindesmosi è di fondamentale importanza per la stabilità della caviglia.
La radiografia della della caviglia normale mostra che a livello della sindesmosi tibia e perone devono essere sovrapposti.
Frattura bimalleolare (o trimalleolare) con ematoma
Nel momento della frattura si forma un vasto ematoma. Le cellule che si trovano nell’ematoma della frattura possono produrre osso (cellule staminali). La natura produce osso per saldare i frammenti della frattura bimalleolare (callo osseo).
Il ponte osseo tra tibia e perone (sindesmosi)
In molti casi dopo la frattura bimalleolare lo spostamento dei malleoli può dare instabilità articolare. Allo scopo di limitare il movimento della articolazione priva di cartilagine e di legamenti la natura crea molte sporgenze ossee (OSTEOFITI). L’organismo cerca così di stabilizzare la articolazione che ha subito la frattura ed è divenuta artrosica. In pratica l’articolazione si muove di meno per risultare meno dolorosa. L’osso nuovo che l’organismo produce forma un ponte tra la tibia distale e il perone.
Il ponte osseo della sindesmosi tibio-peroneale
L’esame TAC fa vedere molto meglio della Rxgrafia, che i legamenti si sono trasfomati in un ponte osseo. Questo ponte che collega lo spazio tra la tibia distale ed il perone è molto importante perche rende molto stabile l’articolazione.
Perché viene l’artrosi della caviglia?
Lussazione e frattura della caviglia
Un violento trauma può separare tibia, perone e astragalo. Con la frattura le ossa vengono spostate ei legamenti vengono lacerati. Purtoppo il trauma è talmente violento che viene danneggiata anche la cartilagine che è molto delicata. La cartilagine è come uno strato di gel, che contiene molta acqua. Per questo motivo è molto delicata e una volta schiacciata, non si può riparare. La cartilagine viene schiacciata al momento del trauma non può in alcun modo essere ricostruita.
Grave danno della cartilagine con la frattura
L’operazione di placca e viti può ricomporre le parti ossee (i malleoli) ma non può riparare la cartilagine, che viene schiacciata dall’urto violento. Quando manca la cartilagine le ossa non sono più separate, ma si toccano e interviene l’Artrosi.
Ponte osseo della sindesmosi
Nel quadro patologico molto negativo dell’ artrosi, la formazione di un ponte osseo che collega la tibia al perone costituisce un positivo un elemento di stabilità. La natura ha riparato la separazione tra le due ossa. Il collegamento che è stato ristabilito va conservato e non deve essere demolito durante l’intervento chirurgico di PROTESI DELLA CAVIGLIA.
La protesi non deve distruggere il ponte osseo della sindesmosi
La fotografia durante l’intervento mostra il ponte osseo della sindesmosi che collega tibia e perone. Questo ponte osseo conferisce molta stabilità alla caviglia e alla protesi della caviglia. Non deve essere toccato per non causare instabilità della caviglia.
Nella radiografia postoperatoria della la protesi di caviglia si nota che l’impianto non ha toccato il ponte osseo fatto dalla natura.
La protesi ripristina il movimento e toglie il dolore , ma non deve tagliare i legamenti e creare instabilità.
CHE COSA VOGLIAMO EVITARE NEL PAZIENTE CON ARTROSI DELLA CAVIGLIA?
Non vogliamo rompere il ponte osseo che la natura ha creato sulla sindesmosi
Preferiamo evitare l’intervento di protesi eseguito per via laterale. La incisione laterale prevede il distacco del perone dalla tibia e la rottura dei legamenti. La via d’accesso laterale demolisce il ponte che l’organismo ha costruito sulla sindesmosi. Preferiamo conservare la stabilità della sindesmosi perché in questo modo anche l’impianto della protesi è più stabile e dura di più.
Non appare logico distruggere il ponte osseo sulla sindesmosi che la natura ha impiegato tanti anni a costruire.
Il paziente sa bene che la caviglia artrosica è già malata e dolorosa e ha già sofferto tanti problemi prima dell’intervento. Siamo convinti che sia inutile tagliare i legamenti e demolire il ponte osseo e far correre al paziente un elevato rischio di instabilità dopo l’intervento di protesi di caviglia.
Non vogliamo rischiare la mancata consolidazione del taglio del perone.
La protesi di caviglia è un intervento già tanto difficile e complicato da realizzare. Appare inutile complicarlo ulteriormente con il taglio del perone. I due malleoli sono un elemento di fondamentale stabilità per la caviglia. Desideriamo evitare i’intervento di protesi eseguito per via laterale. La incisione laterale prevede il distacco del perone dalla tibia. Non sembra razionale asportare il malleolo peroneale (anche se temporaneamente). Il taglio del perone corre un serio rischio di non guarire in una certa percentuale dei casi.
Non vogliamo bloccare la caviglia con l’artrodesi
L’artrodesi della caviglia è il blocco totale e permanente della caviglia. Secondo alcuni specialisti è l’operazione più indicata per togliere il dolore. Il paziente deve essere avvertito che la caviglia non si muove più definitivamente. L’intervento di artrodesi della caviglia viene presentato come una facile routine. Ma invece è tutt’altro che facile. Le ossa possono avere difficoltà ad attaccarsi e a consolidare. L’allineamento è difficile da ottenere. Si possono verificare molte complicazioni (mancata consolidazione, rottura delle viti, dei chiodi, delle placche). La complicazione più antipatica è che le articolazioni sane del piede divengono artrosiche, dolorose e sempre meno mobili a causa del sovraccarico a cui sono sottoposte dopo l’artrodesi.
Contatta Il Dott. Scala
Il Dott. Andrea Scala ha conseguito il suo diploma di Laurea in Medicina e Chirurgia presso la Università Cattolica del S. Cuore – Policlinico “A. Gemelli” di Roma con la discussione della tesi sperimentale, elaborata presso l’Istituto di Clinica Ortopedica diretta dal Prof. G.F. Fineschi, dal titolo: “Studio delle modificazioni cellulari indotte dai metalli di comune impiego in Chirurgia Ortopedica”, riportando il massimo dei voti. E’ specialista in Traumatologia e Ortopedia, specialista in Medicina dello Sport. Dal 1984 al 1988 è stato Assistente del Prof. Pisani nell’Ospedale di Alba (CN), il primo in Italia specializzato nella cura delle patologie della Caviglia e del Piede. Il Dott. Andrea Scala nel 1998 ha impiantato per primo la Protesi di Caviglia a Roma. Grazie ai numerosi anni di esperienza nel settore, alla formazione continua e alla pratica chirurgica effettuata in prestigiosi Centri Ospedalieri e Universitari italiani ed esteri, il Dott. Scala garantisce ai propri pazienti risultati eccellenti, ottenuti attraverso tecniche chirurgiche innovative, accurati studi sul singolo caso clinico e attuazione di terapie di ultima generazione per agevolare e accelerare la rigenerazione dei tessuti. I trattamenti per cui è specializzato sono:
Protesi caviglia
Piede paralitico
Malattia di Haglund
Alluce valgo
Legamenti della caviglia
Alluce rigido
Piede piatto
Neuroma di Morton
Il Dott. Scala è l’unico chirurgo ortopedico specialista italiano iscritto alla Società Francese di Chirurgia della caviglia e del piede. Svolge la propria attività professionale presso la Casa di Cura ARS MEDICA in Via Cesare Ferrero di Cambiano, 2900191 ROMA. Prenota una visita specialistica al numero +39 335 766 2164 o invia una mail all’indirizzo info@footsurgery.it.
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Salve, ho 52 anni, quando ero più giovane, giocando a calcio ho distorto più volte entrambe le caviglie, continuando i a giocare ora a distanza di tempo, le caviglie buttano in fuori e accuso dolori che mi debilitato.
Gent. Sig. Nazzareno grazie per aver scritto. Abbiamo una grande esperienza di questa patologia della caviglia. Le visite si fanno privatamente presso la clinica ARS MEDICA in Roma (controlli dove è situata). Alcuni interventi si possono fare con il Servizio Sanitario. Dipende dai particolari casi clinici. Chiami il 3357662164 per un appuntamento e per una radiografia convenzionata (si faccia preparare dal suo medico l’impegnativa per: RXgrafia piede e caviglia dx e sin sotto carico). Saremo in grado di valutare di che cosa si tratta e che cosa si può fare.
Cordiali saluti.
Thank you for your blog post.Really thank you! Awesome.
Muchas gracias por vuestro comentario positivo. Estudiamos mucho, y intentamos hacer las cosas bien.
¿Está usted también involucrado en el departamento de cirugía ortopédica?
Saludos Cordiales
Mio figlio è stato operato a Reggio Emilia e dopo vari interventi e anche un trapianto osseo da cadavere gli e stata messa un artodesi ma il dolore e sempre tanto e anche la deambulazione e molto critica si puo fare qualcosa ancora
Gent. Signora Angela, grazie per aver scritto. Abbiamo esperienza di patologia della caviglia e del piede. Venga a trovarmi. Le visite si fanno privatamente presso la clinica ARS MEDICA in Roma (controlli dove è situata). Chiami il 3357662164 per un appuntamento e per una radiografia convenzionata (si faccia preparare dal suo medico l’impegnativa per: RXgrafia piede e caviglia dx e sin sotto carico). Saremo in grado di valutare di che cosa si tratta e che cosa si può fare. Cordiali saluti.
dott. Andrea Scala
Sono assolutamente d’accordo con quanto affermato dal dott. Scala, mi è stata impiantata una protesi con accesso laterale mediante osteotomia del perone, con conseguente instabilità, deformità in valgismo, aderenze della cicatrice, zoppia, dolore e difficoltà a scendere le scale.
A un anno dall’intervento posso tranquillamente affermare di aver notevolmente peggiorato la mia situazione iniziale, sono pentita ma purtroppo non posso tornare indietro.
Confermo quindi che la “novità” di accesso laterale con taglio del perone, dei legamenti, applicazione di placca con viti e obbligo al gesso per un mese determina i vari problemi precedentemente elencati e quindi un inevitabile insuccesso, il dott. Scala ha perfettamente ragione, se potessi tornare indietro mi rivolgerei senz’altro a lui.
Gentile signora sono spiacente per quanto le accade. Può contare sulla mia riservatezza. Fa parte della professione medica. Grazie per le sue parole di sostegno e di approvazione. E’difficile apprezzare una “voce fuori dal coro” e le sono grato per avermi individuato e riconosciuto. Ma trovi il modo di esternare la sua insoddisfazione. Può essere di grande aiuto per tante altre persone. Cordiali saluti. Dott. Andrea scala
Grazie Dottore, ho preso un appuntamento con la sua segretaria per il 12 Giugno e Le ho scritto una mail per spiegarle un po’ meglio la situazione.
Le sono infinitamente grata per avermi chiarito tanti dubbi con i suoi preziosi articoli, mi ha dato tutte le risposte che cercavo da tempo e che altri ortopedici omettevano di darmi un po’ per presunzione e un po’ per scarsa conoscenza dell’argomento. Non vedo l’ora di conoscerla.
Voglio che tutti sappiano quello che mi è successo, voglio divulgare il più possibile la mia esperienza per salvaguardare la salute e il benessere delle persone colpite da artrosi di caviglia.
A presto.